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Le crisi del Pianeta sotto la lente del cinema: inaugura questa sera Cinemambiente
La proiezione al cinema Massimo del film muto Wonders of the Sea musicato dal vivo dai Perturbazione inaugura questa sera la 28esima edizione del Festival Cinemambiente, la più importante manifestazione italiana dedicata ai film a tema ambientale. Un omaggio alla storia del cinema che, nella Giornata Mondiale dell’Ambiente, intende anche ricordare l’importanza dei temi al centro della terza Conferenza dell’ONU sugli Oceani, in svolgimento concomitante a Nizza.
Diretto nel 1922 da John Ernest Williamson, regista, fotografo, ingegnere e inventore britannico, naturalizzato statunitense, Wonders of the Sea – di recente restaurato e digitalizzato dalla Cinémathèque française – è uno dei primi film della storia del cinema a contenere riprese subacquee dal vero.
In apertura di serata, il Festival dedicherà un piccolo omaggio a uno dei grandi maestri del cinema, proiettando lo spot di un minuto realizzato da David Lynch nel 1991 per il Department of Sanitation della città di New York, in cui il regista scomparso di recente mette in scena l’orrore intrinseco delle strade sporche, invase da rifiuti e da topi, di una metropoli troppo poco amata dai suoi abitanti.
Sono 77 i film provenienti da 26 Paesi e rappresentativi di cinque continenti presentati fino al 10 giugno nelle suddivisioni ormai tradizionali del Concorso documentari, del Concorso cortometraggi e delle due sezioni non competitive Made in Italy e Panorama. A queste si aggiungono alcune proiezioni speciali.
L’ingresso e l’accesso a tutti gli eventi del Festival sono gratuiti. I biglietti per le proiezioni, per un massimo di 2 a spettatore, saranno in distribuzione giorno per giorno al Cinema Massimo.
I film in cartellone approfondiscono sia temi da tempo al centro del dibattito ambientale – la crisi climatica, l’antropizzazione sempre più devastante, le ferite inferte al territorio dallo sfruttamento delle risorse naturali, il rischio di pandemie – sia temi emergenti o tornati alla ribalta sullo scenario politico-internazionale – la conquista spaziale di altri mondi data la prevista inabitabilità del nostro, il ritorno all’atomo e la distruzione dell’ambiente come arma di guerra, con il Sudan come caso paradigmatico. Alle diverse tendenze, il Festival dedica uno spazio specifico attraverso la sezione Panorama, che integra le proiezioni con panel dedicati agli immaginari eco-distopici, al rapporto tra ambiente e guerra, alla reintroduzione e al ritorno della fauna selvatica in contesti oggi fortemente antropizzati. La chiusura sarà affidata al nuovo film del Premio Oscar Asif Kapadia, 2073 – Ultima chiamata, che da un futuro distopico lancia un allarme sui pericoli del presente, il declino delle democrazie, l’ascesa delle tecnocrazie, il disastro climatico e il controllo dei dati personali.
Il Festival si chiuderà martedì 10 giugno con la cerimonia di premiazione con la proiezione di 2073 – Ultima chiamata diretto da Asif Kapadia e prossimo all’uscita nelle sale italiane. Il nuovo lavoro, del regista inglese di origine indiana è ambientato in una nuova San Francisco desertificata e ispezionata in ogni angolo da droni, videocamere e polizia. Negli anfratti di un mondo in cui ogni forma di libertà e dissenso è stata cancellata, dominato da ultraliberisti, dittatori e tecnocrati, si nascondono i sopravvissuti ancora in grado di conservare memoria del passato, consapevoli di avere i giorni contati. Tra filmati d’archivio, interviste a giornalisti di tutto il mondo e finzione narrativa, 2073 ricostruisce come siamo arrivati al punto di non ritorno, allertandoci, con un’ultima chiamata, sui pericoli che sono già qui: il declino della democrazia, l’ascesa dei neofascismi, il disastro climatico, il controllo dei dati personali. La proiezione sarà introdotta dal regista ospite del Festival anche per una master class in programma lunedì 9 giugno e, successivamente, protagonista di una personale che il Museo Nazionale del Cinema gli dedicherà dall’11 al 15 giugno.
Molti gli eventi collaterali. Tra questi: le due installazioni realizzate all’Orto Botanico, in collaborazione con l’Università di Torino e con il suo cartellone di eventi culturali UniVerso, Traspirazioni sonore e Food Jam Session, che esplorano il potere raffrescante degli alberi e dei suoni e il ruolo dell’udito nella percezione del cibo; la live cinema performance Drowned Paradise del visual artist spagnolo Die! Goldstein; i cooking show degli chef impegnati nella cucina responsabile; la presentazione della Relazione annuale sullo stato dell’ambiente (con Regione Piemonte e Arpa); il panel sul futuro dei green job (con Casacomune); la conferenza-spettacolo di e con Luca Scarlini Tutti i futuri sbagliati (con Archivissima); l’ecotalk sugli Ecomusei in scena (con Piemonte dal Vivo).
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