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Rinnovato il sistema delle cure socio-sanitarie domiciliari per persone non autosufficienti anziane e con disabilità
Promuovere il benessere, la qualità della vita e l’autonomia dei cittadini non autosufficienti; prevenire l’aggravamento delle patologie; evitare ricoveri impropri e favorire la permanenza nel proprio domicilio. Sono questi gli obiettivi che la delibera approvata questa mattina dalla Giunta comunale su proposta dell’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli si propone di raggiungere, in accordo con le ASL Città di Torino, attraverso un rinnovamento del sistema delle cure socio-sanitarie domiciliari per persone non autosufficienti anziane e con disabilità.
Contestualmente sono stati approvati un verbale di accordo con le Organizzazioni Sindacali Confederali CGIL, CISL e UIL e un protocollo d’intesa tra Città e Asl con cui i due enti condividono la volontà di proseguire e innovare una collaborazione nata nel 2005 grazie alla quale, attualmente, sono circa 3400 le persone non autosufficienti assistite a domicilio con una spesa annuale di 26 milioni di euro ripartita in pari misura tra Città e ASL. Il Comune di Torino, inoltre, con risorse proprie, assicura l’assistenza a domicilio a circa 850 anziani autosufficienti con fragilità sociali.
L’atto approvato dall’esecutivo di Palazzo Civico è il risultato di alcuni mesi di confronto con le associazioni di rappresentanza e tutela delle persone con disabilità e anziane, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei datori di lavoro.
Un percorso che ha permesso di individuare gli elementi qualificanti e i criteri per l’avvio di una nuova procedura di accreditamento degli enti fornitori: una forma di acquisizione dei servizi in grado di assicurarne l’erogazione secondo i principi di sussidiarietà, trasparenza, diversificazione dell’offerta, flessibilità nelle forme organizzative, personalizzazione degli interventi, qualità, partecipazione, pluralismo, miglioramento continuo e possibilità di libera scelta per la cittadinanza.
L’accertamento della qualità dei servizi erogati e dei profili di competenza dei soggetti accreditati è un aspetto fondamentale di questo processo in cui sono particolarmente importanti: la continuità degli interventi; la qualificazione e la formazione continua del personale impiegato, con particolare attenzione allo sviluppo delle capacità relazionali affinché vengano rispettati la dignità delle persone e il principio di non discriminazione; la continuità delle relazioni personali a domicilio, così come indicato nel Piano Regionale della Non Autosufficienza, attraverso la stabilità relazionale tra operatori e persone beneficiarie; il miglioramento continuo della qualità; la tutela del lavoro.
La nuova procedura di accreditamento avrà una durata di quattro anni, di cui il primo sperimentale, con possibilità di adottare al termine i necessari correttivi. “In questo modo – spiega l’assessore Rosatelli – si avrà un effetto positivo sulla stabilità del modello, sulla garanzia occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori impegnati, sulla continuità assistenziale per i cittadini non autosufficienti”. “Dagli incontri con gli stakeholder e le parti sociali è emersa la richiesta di realizzare i progetti individualizzati e personalizzati con la piena partecipazione della persona con disabilità – sottolinea l’assessore al Welfare -. Per far fronte a questa esigenza, sarà attivata una specifica linea di accreditamento che richiede capacità progettuali e gestionali di maggiore complessità per garantire interventi realmente aderenti ai bisogni e desideri specifici della persona”.
Il confronto con le parti sociali, inoltre, si è incentrato sull’importanza di valorizzare il modello torinese, di mantenere i volumi di attività in favore dei cittadini non autosufficienti e di conservare la regia pubblica del sistema delle cure domiciliari socio sanitarie, con la finalità di tutelare le parti più deboli della popolazione attraverso le funzioni svolte nei Punti Unici di Accesso (PUA) che in prospettiva saranno collocati nelle Case della comunità previste dal PNRR.
Infine è emersa l’esigenza di creare nuovi strumenti di monitoraggio del sistema e, a questo fine, si prevede la creazione di un Osservatorio sulla lungo-assistenza domiciliare socio sanitaria, con la partecipazione dei partner pubblici Città di Torino e ASL e delle parti sociali.
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